La dittatura psicosociostradale dei cartelli di divieto

Questa mattina ero in ritardo e ho fatto una piccola deviazione sul solito percorso per il lavoro, ho girato per una strada secondaria sperando di risparmiare un po’ di tempo visto l’aggravarsi della condizione del traffico sulla strada principale. Fin qui niente di strano, tranne il fatto che all’incrocio tra Via Sabrina Salerno e Via Umberto Smaila, quest’ultima strada non era accessibile.

Un cartello di divieto, anzi, ben due cartelli di divieto di accesso mi impedivano di svoltare.

Che ci sia qualcosa che LORO non vogliono farci sapere? Qui c’è qualcuno nell’ufficio viabilità del Comune che è stato corrotto dai poteri forti, non vogliono farci entrare in quella strada passando da Via Sabrina Salerno, bisogna fare tutto il giro. Tutto il giro, capito?

Che da quell’angolazione sia visibile un centro per lo studio degli alieni e LORO non vogliono farcelo vedere? Che tutto il giro sia necessario per farci spendere più soldi di benzina e alimentare la loro lobby petrolifera? Per non parlare del consumo di gomme!

Tutti sanno che da qualche parte nel nostro Comune si fanno cose segrete, non solo con gli alieni, ma pare anche che da quella zona partano le onde elettromagnetiche del 5G. Ho sentito che lo dicevano al bar due signori, poi il terzo ha calato l’asso di briscola ed è scoppiata una rissa che ha interrotto tutto. Che qualcuno abbia volutamente fatto calare l’asso di briscola? Non mi pare proprio una coincidenza.

Quel cartello di divieto di accesso, col suo colore borioso e la sua alta visibilità rappresenta un insulto alla mia libertà di espressione. Io voglio andare in Via Umberto Smaila passando proprio da lì e non mi piegherò mai alla dittatura dei cartelli stradali che stiamo vivendo. Anche perché mi sono giunte segnalazioni che anche da altre parti d’ Italia i cartelli di divieto di accesso stiano comparendo per impedire il regolare transito.

Se non è dittatura questa…

E chi prova a entrare nella strada, trova sempre un’auto che gli viene incontro con fare minaccioso, abbaglianti e clacson a ripetizione. Sarà una coincidenza pure questa o solo una velata minaccia di qualcuno pagato da LORO?

LORO non vogliono che percorriamo quelle strade, ho sentito anche dire che sono arrivate multe a chi lo ha fatto. LORO stanno facendo di tutto per impedirci di vivere!

È una guerra. Siamo in una dittatura dei cartelli stradali e LORO ci vogliono governare impedendoci il normale transito da una strada all’altra, ci vogliono far andare solo dove vogliono LORO, come dei soldatini telecomandati.

C’è anche qualcuno, evidentemente già vittima di lavaggio del cervello, che sostiene che da quelle strade non ci passino due auto.
Non ci passano! Ah ah!
E come fate a dirlo?

Udite udite, state bene a sentire.
La “scienza ufficiale” dice che non ci passano perché hanno misurato la larghezza delle due auto, ma sapete la scienza ufficiale come fa a misurare? Usa un metro! Avete capito, signori, UN METRO!

Come questo:

E ora dove sono i vostri premi Nobel?

Siamo nel 2020 e ancora crediamo a strumenti vecchi creati appositamente per confonderci e governarci. Siamo in dittatura, mettetevelo bene in testa, UN METRO è troppo piccolo per misurare due auto, basterebbe solo informarsi per vedere quanto sono larghe alcune auto:

Mille ottocento venticinque metri!
Mille ottocento cinquanta metri(senza contare gli specchietti!)

 

Usano UN METRO per farci credere che due auto di lì non ci passano! E certo che le auto sono grandi!
Ma da come si vede dalle schede tecniche delle auto, basta cercare online, tutte sono ben più larghe di UN METRO!
È logico che per UN METRO siano troppo grandi. Se invece che ascoltare i professoroni iniziassimo a pensare con la nostra testa, capiremmo di dover usare TANTI METRI per renderci conto di quanto le auto siano in realtà piccole.

Dobbiamo ribellarci a questa dittatura dei cartelli stradali e della scienza ufficiale che non è nemmeno capace di usare più di UN METRO per misurare le cose più grandi, svegliatevi!
Riprendiamoci le nostre strade, riprendiamoci i nostri metri, gli spazi e torniamo a percorrere le nostre strade come più ci aggrada, perché le strade sono nostre!

Meditate gente, meditate.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: