Mi reco nello studio di un noto specialista per un problema di salute, la visita procede con il classico “ti fa male qui?” “fa male così?”
“E se tira la testa contro il muro fa male?”
“Beh, dottore, sì. Molto”
“Tutto normale. Bravo”
Passiamo alle domande. Qui prima si fa la pratica e poi la teoria.
Il medico scrive sul suo portatile tutte le mie risposte, sbircio per vedere se ci sono già la risposte giuste, lui mi fulmina con lo sguardo e gira lo schermo verso di sé.
Mi prescrive dei medicinali e forse credendo di rassicurarmi mi porge la ricetta accompagnata dalla frase “Provi questi e… vediamo come va”
Come “vediamo come va” ?! Sono una cavia da laboratorio per i tuoi esperimenti con i farmaci?
Rigiro il foglio fra le mani, ora è il mio momento di fare domande.
“Dottore, questi farmaci provocano sonnolenza o cose terribili varie ed eventuali?”
“Mah, no, generalmente potrebbero dare un po’ di sonnolenza, per questo le ho detto di prenderli la sera”
Figuro nella mia mente le mie abitudini serali. Un farmaco che mi faccia pure dormire potrebbe essere una benedizione, però mi sorge un dubbio.
“Interazioni con l’alcol?”
“L’alcol potrebbe aumentare la probabilità di effetti collaterali… ma… insomma… dipende… ecco, lei quanto beve?”
Faccio un rapido calcolo. “Due bottiglie di vino a settimana… circa”
Il dottore raddrizza la schiena. “Due? Non di più?”
“Beh… a volte ci scappa la terza. Magari un mercoledì faticoso… un lunedì stancante… sa, cose del genere. Comunque è vino, mica superalcolico”
“A cui si aggiungono quelle del venerdì, sabato e domenica”
“Mi pare ovvio. Ma vino di grande qualità. Barolo, Amarone, Pinot nero…”
Il dottore scrive qualcosa sul suo computer. Si massaggia il mento in una posa pensierosa, scrive qualcosa sulla tastiera e mi fissa negli occhi.
“Quindi lei beve circa dodici unità alcoliche a settimana?”
Resto a bocca aperta. “Ma no! Cosa dice? Due o tre bottiglie!”
“Certo. Quindi tra le dodici e le diciotto unità alcoliche”
“Ma no, saranno… che ne so… ogni bottiglia quattro bicchieri… ne bevo due a pasto”
“Beh, se lei fa bicchieri pieni così” indica con le dita un bicchiere delle dimensioni di un boccale di birra.
“Ma che sarà mai…”
“Glielo dico io che sarà mai, sono diciotto unità alcoliche!”
“Messa su questo piano sembrano tante”
“Lo sono!”
“Se lo misurassimo in millimetri allora berrei migliaia di millimetri di vino”
“Sa che non c’entra niente quello che mi sta dicendo?”
“Se misurassimo in unità astronomiche, invece, berrei una quantità infinitesimale di vino”
“Senta, gliene concedo sei”
“Unità astronomiche?”
“Alcoliche!”
Chiude il computer e mi indica la porta.
Torno a casa e getto uno sguardo malinconico alla mia cantinetta con le bottiglie di vino rosso, apro il frigo e saluto quelle di bianco e gli spumanti.
Mi siedo triste sul divano e rigiro la scatola di medicinali fra le mani.
Dovevo seguire i consigli di Sergio Caputo.
ma perché non vai dal medico
e che ci vado a fare
non voglio mica smettere di bere e di fumare