Premessa: questo articolo sarà frainteso da tutti coloro che non sono capaci di comprendere il significato della parola scritta. Da dati Ocse-Piaac, circa il 47% degli italiani.
Ci sono persone che hanno idee diametralmente opposte a te, ma con cui ti trovi a discutere praticamente ogni sera e alla fine qualcosa di buono ne viene fuori.
È il caso di Rosario, di cui ho letto due libri, uno è anche recensito qui.
Prendendo spunto da una nostra discussione, sul suo blog, ha aperto una sezione dal titolo “politicamente idiota“.
Cosa c’entra con me uno che ci infila sempre Gesù, la Bibbia e questa roba? Beh, intanto è uno che non impone niente agli altri, quindi, per quanto mi riguarda, può credere a tutto quello che vuole.
Seconda cosa, è una delle poche persone che conosco che è in grado di fare dei ragionamenti sensati.
Il politicamente corretto
Già la parola “politicamente” fa intendere che non ci sia niente di buono, niente di onesto o anche solo lontanamente utile al mondo. Chi fa politica è un parassita. Dal re, alla regina fino ai capi di stato delle nostre pseudo democrazie.
In un mondo come si deve, nessuno avrebbe bisogno di parassiti come voi. In un mondo ideale, in Parlamento ci rinchiuderemmo gli imbecilli per evitare che combinino danni alla gente che vuole lavorare sul serio. Purtroppo al momento questi imbecilli hanno il potere di combinare per davvero danni alla gente che vuole lavorare sul serio.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli, sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
E quindi ci teniamo le cose così come stanno
La discriminazione
Definizione di discriminazione: “distinzione operata in seguito a un giudizio o ad una classificazione” .
Quindi tutto quello che viene escluso, etichettato sulla base di un giudizio o di un attributo è discriminazione.
Le due partite di calcio
Sono stato a vedere Juventus – Napoli qualche stagione fa. Noiosissimo, dovevo accompagnare dei clienti e non potevano capitarmi squadre più antipatiche di queste due. Almeno abbiamo mangiato bene al buffet e ho potuto constatare che anche in tribuna vip ci sono degli imbecilli, esattamente come nella curva, né più né meno. O forse, in proporzione, molti di più…
Al coro della curva di casa “napoletano pezzo di merda” e “vesuvio lavali col fuoco” lo speaker dello stadio si è affrettato a calmare gli animi ricordando che in caso di “discriminazione razziale o territoriale la partita può essere sospesa con sconfitta a tavolino” (seee e chi ci crede?)
Ok, non si può fare discriminazione territoriale. Mi sembra giusto.
Ogni tanto poi mi capita di leggere che alcune partite sono state sospese per cori contro giocatori neri (sono “neri”, non sono “di colore”, cazzo, se uno ha la pelle “nera” perché devo dire “non bianco”? Che poi a settembre quando i nostri “puri ariani” sono rientrati dal mare hanno tutti un colore dall’arancione al mattone).

Ok, non si può fare discriminazione razziale. Anche questo mi sembra giusto.
Il bolognese
“Discriminazione territoriale e razziale” quindi sono termini ben chiari e ben definiti.
Oggi ho guardato, per uno strano motivo affettivo di cui non parlerò mai, una partita insulsa del campionato di serie A: Spal-Bologna.
Tralascio il commento tecnico anche perché si potrebbe riassumere così: lotta nel fango.
Non c’era telecronaca ovvero l’inutile descrizione di quel che accade fatta da un tizio che rovina sempre tutto con i suoi giudizi per lo più insensati.

Potevo sentire tutto quello che dicevano sulle tribune, quello che urlavano in curva e persino un bambino che chiedeva alla mamma di comprargli la birra. O forse non ho capito proprio bene quest’ultima cosa.
Ripetutamente, diciamo almeno venti volte nell’arco dei 90 minuti, il coro dalla curva della Spal (città di Ferrara) è stato “bolognese pezzo di merda” e “chi non salta è un bolognese”.
Lo speaker non è intervenuto. Ho sentito la sua voce solo verso la fine della partita per raccomandare ai tifosi ospiti di seguire la polizia per uscire in sicurezza dallo stadio.
Quindi, a quanto pare, sembra che se offendi i napoletani, ci sia il rischio di perdere la partita. Ai bolognesi invece possiamo fare tutto quel che ci pare.
Ricordo un coro dei tifosi genoani di quando ero bambino “Attilio Lombardo, pelato, bastardo”.

A quei tempi non si parlava ancora di “politicamente corretto”, ma se accadesse ora una cosa del genere? Sospenderebbero la partita?
O la partita si può sospendere solo se il pelato in questione fosse nero?

Quindi, il concetto di “territorio” vale solo se sei parla di Napoli. Di Bologna non ce ne frega niente.
La discriminazione razziale vale solo se il giocatore è nero. E se invece fosse un giapponese a cui la curva potrebbe gridare “tornatene a mangiare il riso?”
Partita sospesa?
Qui rischiamo di sospendere la partita per ogni frase interpretata, di far partire denunce per ogni imbecille che urla qualcosa.
E all’arbitro non ci pensiamo? Sull’arbitro si può dire tutto senza sospendere le partite?
E dubitare della moralità della madre di un calciatore non sarebbe discriminazione verso tutte le donne costrette a quella professione? Invece in olanda sarebbe un declassamento di una professione realmente esistente.
La vedo confusa la cosa… nel campionato nazionale significherebbe una cosa, in champions league ad Amsterdam sarebbe tutt’altra faccenda.

Questa storia del politicamente corretto ormai è scappata di mano. Buonismi del cazzo per farsi belli e far credere agli elettori di avere davvero a cuore la discriminazioni VERE che vengono fatte ogni giorno.
Perché tanto questa roba serve solo a questo, sono trovate di marketing per farci credere di vivere in un paese civile.
Ma non esistono paesi civili: dove non c’è criminalità c’è una polizia asfissiante (Singapore, per esempio), e dove tutto è lasciato a se stesso, sembra di vivere nel fumetto di Ken Shiro (una qualsiasi periferia italiana, da nord a sud…)

E allora?
Niente. Per non correre rischi io inizierei a insultare tutte le squadre da Afragola in poi e me la prenderei solo con giocatori bianchi, che sono in maggioranza. Potreste sempre fargli il verso della mozzarella anziché quello della scimmia. Non so come sia il verso della mozzarella, ma la creatività di certi personaggi ci potrà stupire.
Oppure, dall’altro lato, una soluzione ci sarebbe.
Una volta, circa 25 anni fa, un tizio ha urlato a un giocatore una roba del tipo “tornatene a fanculo in Francia, bastardo di un francese”

Sono convinto che da quel giorno il signor Simmons, l’autore della frase, ci penserà due volte prima di parlare a sproposito.
L’altra soluzione che ho in mente è un po’ più drastica, mi pare che ci stiano pensando in Cina dalle parti di Wuhan a fare le prove generali. Per ora non posso fare niente perché…
io non sono ancora nel regno dei cieli, sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
1 commento su “Tutti pezzi di merda, basta che non siano napoletani o neri”